Pensiamo piuttosto al cuore





Non vogliamo accettare che nulla sia stabile e quindi cerchiamo una stabilità che non esiste.
Esiste una tendenza, un puntare verso.
Non esiste altro.
Domani possiamo perdere il lavoro, l'amore, un figlio.
Possiamo morire.
Dov'è la stabilità a cui tutti aspiriamo?
Tutto sta a non fissarsi sui pensieri negativi navigando a vista e cercando di puntare verso una rotta. Durante quella rotta però possono accadere talmente tante cose che definirla stabile è quantomeno illusorio.
L'instabilità, è dunque un dato di fatto che dovremmo riconoscere nella quotidianità, nei rapporti, nei giri che fa la nostra mente.
Pensiamo piuttosto al cuore.
Guardiamoci dentro e troveremo un battito instancabile e fedele.
Lui sa quello che vuole, svolge il suo compito emozionandosi e sciogliendo i nodi formati dal tempo, accelera come un cavallo in corsa quando si fa l'amore, tentenna da stanco, fibrilla da arrabbiato.
Ma non ci molla, non ci molla.
Non ci molla fino alla fine.
Il cuore.
Lo diamo per scontato.
Batte.
C'è.
E ci siamo anche noi, bene o male, come vogliamo esserci, come possiamo.