Essere madre






Essere madre vuol dire conoscere inconsciamente il significato della separazione e della perdita. 
E' fare da tramite, da mezzo, attraverso il quale si viene al mondo. 
Tutti i sogni di cui vestiamo nostro figlio sono assolutamente inutili poiché non abbiamo minimamente idea di chi uscirà dal nostro corpo. 
Cercheremo somiglianze impossibili che solo la mescolanza di cromosomi potrà far intuire, ma saranno limitate ad occhi, nasi e somiglianze di famiglia. 
Esse definiscono l'appartenenza al clan, quella e solo quella, il venire da. 
Ciò che sarà non si potrà mai sapere.
L'indole, i desideri, l'enorme divario che ci sarà. 
Inevitabilmente. 
Essere madre più che mai dona la possibilità di farsi attraversare per l'essere indipendente di qualcun altro. 
Inconsciamente è una forma di altruismo estrema.
Peccato che spesso diventi egoismo. 
Che si voglia plasmare, forgiare, deviare, appropriarsi dominando, le vite che così generosamente abbiamo avuto l'onore di far passare attraverso noi per catapultarle nel mondo. 
Il dono più grande ad un certo punto che possiamo fare ai nostri figli è quello di lasciarli sul ramo, come mamma orsa. 
E capire che noi il nostro compito l'abbiamo ampiamente già svolto. 
Sempre con amore, infinito amore. 
Di quello che non finisce mai.

Grafica di Pascal Campion