Potremmo



Alle volte ci si sente come nella sala d’aspetto del dottore.
Seduti, in attesa, sappiamo quando tocca a noi ma abbiamo svariate persone davanti.
E il tempo non passa mai.
I minuti diventano ore, arriva pure uno di quegli informatori farmaceutici.
Uno ogni 3 assistiti.
Il momento in cui tocca a noi sembra prolungarsi all’infinito.
Il momento in cui tocca a te è quando in quel preciso istante ti rendi conto che ce la stai facendo, che ce l’hai quasi fatta, che tutto quello che hai seminato con pazienza e cura sta dando i suoi frutti.
Non credo ci sia sensazione più bella dell’arrivare dopo tanta fatica.
Avendoci creduto,
avendo aspettato,
provando a farsi andar bene il temporale e godendo del sole quando c'è,
essendoti sudato ogni deviazione di percorso in compagnia della solitudine delle tue scelte.
A questo punto non posso fare a meno di riflettere su ciò che significhi scegliere e poterlo fare.
Siamo pur sempre in quella parte del mondo in cui lo si può fare, dove mediamente non ci manca nulla.
Dove anche in caso si ristrettezze hai un grosso margine di possibilità.
Un privilegio immenso e una condanna.
La maggior parte di ciò che avviene nella nostra esistenza lo decidiamo, nel bene e nel male.
Non abbiamo scuse quando è nel male.
Abbiamo scelto.
Una libertà preziosa quanto la vita e il lusso più grande, insieme all’avere tempo.
E perché lamentarci quando le cose non vanno come le si voleva se non abbiamo fatto nulla per farle andare in quella direzione.
Abbiamo scelto di non provarci.
E perché quella veste sottomessa quando ci teniamo accanto chi ci prevarica.
Abbiamo scelto di non andarcene.
Abbiamo scelto di continuare ad avere paura dei cambiamenti, di ci ciò che non conosciamo.
Abbiamo scelto di rimanere nei luoghi.
Tutte queste scelte quotidiane, piccole o grandi che siano,
direzionano la nostra vita,
allontanano o avvicinano alla serenità.
Abbiamo il grandissimo lusso di poter scegliere, di averne la facoltà e la possibilità, di prendere in mano le redini e agire.
Come siamo fortunati.
Eppure ci lamentiamo.
Ci lamentiamo perché il lamentarsi svia dall’azione.
E noi non vogliamo agire ma vogliamo fare credere agli altri di essere impossibilitati da 1001 impedimenti. In realtà ci stiamo solo distraendo dall’agire, crogiolandoci un poco, cullandoci nel lamento che provoca la consolazione altrui. Che a noi piace.
Fortunati e perversi.
Potremmo.
Se solo lo volessimo.
Potremmo.
Se solo avessimo il coraggio che non abbiamo.
Potremmo provarci e fallire, o no.
Inaspettatamente vincere e farcela.
Sentirsi grandi.
Forti.
Vivi.

Potremmo.