Risvegli




Tra i brandelli di sogno che restano nell'arco del tempo che passa tra l'aprire gli occhi e l'andare al bagno, sono quasi sempre in cammino, mani in tasca, con il selciato bagnato.
Quelle luci da cinema che fanno luccicare l'asfalto e il rumore dei miei passi, quelle luci fredde dei lampioni di città che proiettano ombre lunghissime.
Dove vado, dove sono andata, quali dimensioni ho vissuto, che strade ho camminato, mi chiedo, non appena tutto scompare dissolvendosi piano.
Perchè nei risvegli non esiste più il sogno?
Aprire una porta intarsiata e trovarci il mare, una montagna, un pezzo di cielo senza nuvole, quello che desideriamo in quel momento.
Un posto in cui rifugiarci appena necessitiamo di spazi infiniti e aria, aria da respirare a pieni polmoni.
Perchè questa realtà finita, questa lotta quotidiana, queste attese, questo domani diverso che sembra non arrivare mai.
E continuo a pensare che la vera guerra è lo stare al mondo.
Vivendo qualche Inferno e pochi Paradisi, sostando soprattutto in Purgatorio.
Arrivasse prima la consapevolezza,
prima che avvenisse la stanchezza,
prima che ci tremassero le gambe
e il cuore.
E invece no.