Il patto


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Seduto in quel letto faceva ciondolare gambe troppo corte per arrivare in terra.
Le punte dei piedi convergenti.
I calzini blu, uno su uno giù.
Voleva giocare ma doveva aspettare che il liquido della flebo finisse di farsi un giro nelle sue vene.
Chissà se Mariella, nella stanza accanto, stava meglio.
Ieri non aveva nemmeno potuto farsi una passeggiata.
Appena posso staccarmi da ‘sti fili vado a trovarla, pensò.
Le infermiere girellavano per la stanza, erano sempre sorridenti con lui e gli volevano bene, lui se ne approfittava biecamente ottenendo sempre qualche minuto in più per fare quello che gli pareva.
Tanto era una libertà vigilata.
Anche nel cibo era fortunato, lui poteva mangiare anche qualche cioccolatino e patatina ogni tanto.
Mariella no.
A Mariella voleva tanto bene, avrebbe voluto che fosse la sua sorella maggiore.
Una volta aveva chiesto alla mamma se potevano adottarla, ma la mamma gli aveva risposto che non si poteva perché aveva già i genitori.
Ripiegò sul matrimonio.
Forse voleva sposarla, era un altro modo per stare con lei per sempre.
Sì, l’avrebbe sposata.
Arrivò la mamma con un pacco di roba lavata e un libro di geografia.
No, la geografia no, la storia sì, poi la matematica insomma, ma molto meglio l’italiano e la grammatica.
Intanto riuscì a sgattaiolare giù dal letto prima di essere catturato da chiunque.
La flebo era finita, aveva almeno un po’ di tempo prima del giro dei dottori.
Andò da Mariella.
Era pallida e ancora a letto, ma era sveglia e quando lo vide le sorrisero gli occhi.
Le piombò sul letto e cominciò a parlare di tutto quello che gli capitava.
Mariella lo ascoltava attenta, poi gli chiese:

-Pietro, esprimi un desiderio.

Lui si fermò a pensare e poi disse:

-Voglio un cavallo a dondolo che diventi un cavallo alato.
Cavalcherò tutto il mondo in groppa al mio destriero, sarò invincibile e nulla mi potrà più fare ammalare.
Salverò chi non saprà come difendersi, libererò anche qualche Principessa da chiunque possa farle del male.
E non tornerò più nella mia stanza perché non avrò più bisogno di nessuna medicina, nessun rimedio.
Sarò libero e verrò a prenderti, sarò magico e curerò anche te.
Potrai salire sul mio cavallo, se vorrai, e venire con me, se vorrai.

Mariella lo guardò con gli occhi lucidi e fece per sedersi sul letto quando arrivò l’infermiera.
-Pietro! Torna nella tua stanza che tra poco arriva il dottore!
Sbuffando Pietro scese dal letto e si avviò verso l’uscita, finiva sempre tutto troppo presto.
Mariella lo seguì con lo sguardo poi quasi gli gridò:
-Pietro! Sì, lo voglio!

Gli sguardi d’intesa di staccarono, avevano fatto un patto.
Pietro, tornandosene in camera a voce bassa disse:
-Il prossimo cavallo alato che passa dalla finestra è il nostro.