Parole



Sarebbe così bello se fosse sempre tutto vero.
Cosa?
Tutto quello che si dice.
Se fosse vero, se non fosse disatteso da lì a poco.
O non mutasse nel giro di una luna.
Roboanti parole spesso vuote, dello spessore della carta velina, anche sintatticamente perfettamente incastrate tra loro, senza una grinza, senza un plissè.
A volte i rigurgiti gridati sono migliori.
A volte.
Nessuno li vuole, tutti vogliono roboanti parole che fanno eco ma piacciono tanto.
E poi la forma e poi il modo e la maniera.
E poi il "contenuto" e poi il significato e poi quel che dicono tra le righe e poi lo stile, lo stile.
L'impronta.
La farina del proprio sacco.
E il peso che gli si dà, il valore.
Tutto sto affanno per delle parole al vento dirette ad orecchi che filtrando ne faranno entrare alcune ed altre ne lasceranno fuori dalla porta di casa, sullo zerbino.
Come il telefono senza fili.
Amo le parole,
odio le parole,
sono belle sono brutte,
sono niente e sono tutto.
Amano e uccidono.
Estremi che si toccano,
importanti,
inutili.