Una famiglia come una fortezza





Almeno così dovrebbe essere, te la immagini così nei tuoi sogni di bambina e continui a pensare che dovrebbe essere una roccaforte anche da adulta, quando sai che spesso così non è.
Con tutte le sue contraddizioni la famiglia è quel che ti capita, quel che ci affida l'universo, quella che ci hanno destinato per fare quest'esperienza sulla terra.
Un nido spesso scomodo e poco caldo dal quale non vedi l'ora di sloggiare se ne sei capace oppure luogo in cui sganciarsi diventa difficile anche quando ne sei fuori.
Ne sei fuori ma ci sei sempre dentro con un piede, con un legaccio, magari emotivo, per un senso di colpa, o perchè sono le tue origini.
Forse in questo madre natura con la maggior parte dei suoi animali è più equilibrata, mette al mondo ma non lega. Puoi contare sull'affetto materno e la protezione paterna fino a che non sai camminare da solo, può essere anche molto poco, poi ci si avvia verso la propria vita ed il proprio destino.
Senza traumi.
Il vero trauma è restare a vita dentro meccanismi che minano continuamente delle fondamenta già instabili. Hai voglia a cercare di formarti, comprendere, andare oltre, aggrapparti a misticismi, rifilare qualche centinaia di euro a dei professionisti del mestiere per andarne a capo.
La risolverai alla radice quando sarai ormai stanco di lottare contro i tuoi fantasmi, forse. Ma forse non avrai voglia di altro e devi sperare di aver nel frattempo costruito qualcosa con qualcuno che ti somigli nei sogni.
Fossi un animale vorrei essere un elefante, il senso della famiglia che hanno loro nessun umano lo raggiungerà mai, dalla tenera età alla vecchiaia.
Branchi coesi, uniti e molto protettivi, poca fuffa e molta sostanza.
Quello che qualsiasi essere umano avrebbe desiderato per la sua vita, nei suoi desideri di bambino, quando la parola cura aveva un preciso significato e si poteva persino sentirne l'odore.


La splendida foto è di Nino Smeraldi, mio padre.