Il bastone



Piccoli passi incerti e traballanti, questa era diventata la sua andatura ormai.
Un bastone tenuto con la sinistra lo aiutava nella sua lentezza, ma lui appena poteva andava.
Si vestiva ancora da solo.
Ci metteva mezza mattina per far coincidere asola e bottone ma non voleva l'aiuto di sua moglie, che cacciava via con dolce fermezza.
Aveva ancora una fiammella d'orgoglio dentro al cuore che andava a combustione come le caldaie. Scaldava quel tanto da mantenere vivo un animo acciaccato.
Appena usciva il sole usciva anche lui, come le “belle di giorno”.
Anche se il grigiore incombeva usciva perché, si sa, il tempo è strano e volubile, poi cambia, magari lascia posto al sole che c'è sempre dietro le nuvole.
Con la sua aria incerta, andava.
Alle volte lo sapeva che intralciava il passo altrui.
Ma dove andavano così di fretta tutti quanti?
Lui era lento ma la gente troppo veloce. Non era così una volta.
C'era una certa educazione nel muoversi, un garbo nello spostarsi, un'eleganza nelle donne, nel porsi e nel disporsi, una gentilezza nel parlare.
Era cambiato tutto e se ne rammaricava.
Tutti curvi sul loro telefonino, anche per strada.
Non guardano in faccia nessuno.
Non ci sono ostacoli, vagano come ciechi ma senza cane guida, avvalendosi di sesti sensi tecnologici.
Che tristezza in fondo al cuore.
Ai miei tempi, disse parlando a voce alta con se stesso, passeggiavo con mia moglie sotto braccio.
Prendevamo un gelato e andavamo al fiume, le parole erano il nostro arrivarci dentro, e si sentiva l'energia dell'acqua.
Che belli quei tempi in cui ci si guardava ancora negli occhi innamorati, senza farsi le foto per metterle in uno di quei posti in cui ti guardano tutti.
Fotografano anche il cibo.
La nostra umile pasta e fagioli non era certo fotogenica in quei piatti poco costosi ma era tanto buona. E quella che mi faceva mia moglie, prima che il dottore mi facesse intendere di non mangiare troppo, era sublime.
Ogni tanto me la fa lo stesso, senza cotica.
Devo accontentarmi.

La vita è breve.
Sembra lunga ma è come un battito di mani, se ti va bene è un applauso.

Rifarei tutto.
Mi sposerei la stessa donna, farei sempre il falegname, vorrei gli stessi figli, gli stessi nipoti, la stessa casa, lo stesso luogo.
Forse non vorrei il bastone, ecco.
Anche se ha il manico intarsiato e ci sono affezionato.
Tutto è stato come lo volevo, anche la mia dignità.
Mai perderla.

E mentre inspirava una dignitosa nuvola d'aria a gonfiare il petto orgoglioso si diresse al fiume, senza pensarci nemmeno un secondo.
Non aveva tempo da perdere in pensieri tristi, anzi, pensò, non aveva tempo da perdere.