SARA' a tarda primavera





Sarà a tarda primavera.
Ruberò il furgoncino con cui ci siamo girati mezza Italia.
Il tempo allora era gentile con noi, non solcava ancora il viso e ci riempiva gli occhi di luce.
Passava lento accumulando sottili strati di esperienza senza fare clamore.
L'assenza di rumore che fa il diventare grandi è impietosa.
Succede all'improvviso, ti svegli un giorno e non sei più quella di prima.
Sei tu che fai rumore, rumore di ingranaggi rotti o usurati.
Manca l'olio. Manca il passo. Manca il fiato.
Una serie di assenze poco lucide.
Accade così e non puoi fare nulla se non considerare che, insomma, lo spirito è rimasto, intrappolato in una vecchia gabbia arrugginita, ma c'è, unica presenza tra le assenze.
Ti guardi allo specchio e cerchi di vedere solo quello mentre indossi qualcosa di troppo colorato per i tuoi gusti, ma è come se contrastasse i tuoi pensieri di piombo, come ne avessi bisogno.
Alla fine che cos'è un corpo se non un mezzo con cui poter fare ciò che il tuo spirito chiede.
Un servitore esigente che spesso trattiamo male e ci aspettiamo che non protesti, che collabori muto. Pensiamo ci tradisca quando invece restituisce ciò che ha ricevuto.
La borsa è pronta. Anche voi.
Dovete farlo all'alba, quando ancora le nuvole stanno dormendo.
Poi vi cercheranno tutti, occorre avere qualche ora di vantaggio.
Forse è un rapimento col sapore di libertà e il tuo spirito ride al sol pensiero.
Siamo insieme da una vita noi due, ne abbiamo passate tante.
Ci siamo sempre stati per tutti, abbiamo risolto problemi, abbiamo ascoltato, ci siamo dannati e occupati con amore dei piccoli despoti che abbiamo messo al mondo e che ora ci controllano anche il cibo.
Con le ultime forze che ti rimangono e la mia lucidità ci sono ancora molte cose che possiamo fare, vedere, respirare.
Dai su che ce ne andiamo.
Destinazione, verso Sud.
Non ci sono dubbi.
Guido ancora piuttosto bene e mi piace, come sempre.
Ci fermeremo dove ne avremo voglia e bisogno.
Vorrei andare in Grecia, e anche tu.
Se ci arriveremo salvi ti prometto che ti sentirai uno dei 300 e io Gorgo.
Saremo invincibili dentro.
Forse dovrò raccontarti ancora la storia, forse mi chiederai chi sono e io ci rimarrò come al solito male, forse piangerò.
Ma nessuno ci dirà cosa dobbiamo fare, saremo ancora in due.
Sono secoli che non lo siamo.
Mettiti gli occhiali da sole, il sole sta sorgendo ma poi si bacia i belli.
E noi lo siamo ancora.

Andiamo.