"Famiglia: Femminile, plurale."



Il pericolo peggiore è il nido familiare.
Luogo in cui tutti dovremmo sentirci amati e protetti è invece luogo di piccoli grandi misfatti, omertà e silenzi.
Quando va bene luogo di nevrosi, di annientamenti psicologici di violenze verbali.
La famiglia, di cui per ora si parla tanto, da preservare, da accudire da tenere su un palmo di mano, da tenere stretta.
Al primo cenno di violenza verbale, fisica, psicologica all'interno di un rapporto si dovrebbe avere la forza di andarsene. Ancor di più se queste manifestazioni dovessero avvenire prima di un matrimonio o di una convivenza.
Se il genere femminile non avesse la maledetta presunzione di voler cambiare il genere maschile e si stimasse di più, molte di queste stragi annunciate chiamate recentemente femminicidi, non ci sarebbero.
E alla fine anche la scarsa autostima che fa rimanere una donna in un luogo insalubre, a volte devastante per lei e per i suoi figli, insieme alla paura e alla vergogna, è una mancanza derivata da chissà quale retaggio familiare.
Una catena infinita di disagi che portano a violenza e dolore.
Tuttavia le belle famiglie esistono, quelle che non sovrastano, che non soggiogano, quelle che si amano e trasmettono come sanno l'amore ai loro figli o ai figli del compagno o della compagna. E possono non essere sposate necessariamente tra loro ma essere reduci da unioni sbagliate, non andate a buon fine, dove l’amore era probabilmente finito o non c’era mai stato.
Unioni nate da mille ragioni, nate sotto una cattiva stella che non si è riusciti a intravvedere per mille motivi.
Magari erano il percorso doloroso, ma dovuto, per arrivare ad amare chi ci ama davvero in questo momento, rispettandoci e impegnandosi affinchè questa cosa chiamata amore possa costruire un castello e non una baracca.
Nessuno ha il diritto di non chiamarle famiglie solo perché non hanno messo nero su bianco davanti ad un ministro qualunque le loro volontà. Essi avranno le loro intime e valide ragioni per non credere in un accordo sancito tra le parti, un contratto, e invece credere nel loro amore consacrato ogni mattina per volontà e non per contratto appunto.
Credo in ogni tipo di famiglia che si ami, che si aiuti e si sostenga. E se essa è composta da due uomini, un bambino e un cane o da un uomo ed una donna con una bambina senza gatti, poca importanza ha.
L’amore non guarda in faccia nessun tipo di famiglia.
Se vi risiede la occupa come in un centro sociale, se se ne va la lascia allo sbaraglio come in un centro profughi.
Finchè c’è amore, assistenza e cura c’è famiglia.
“Famiglia: Femminile, plurale.”