Lettera a Dio



Caro Dio,
ho deciso di scriverti qualche rigo sapendo bene che non leggerai mai, fosse solo perché non so dove spedirti questa  lettera di sfogo verso l’umanità intera, che dico intera, globale.
Tu, diciamo, ci hai destinato questo pianeta indubbiamente ricco di bellezza, di fascino e di misteri.
Hai creato un sole che sorge ogni mattina con il suo calore dorato, una luna che ci porta verso la sera illuminandola di luce bianca e argentata.
Giorno che regala tepore ai germogli e notte che regala riposo e magia.
Hai ricoperto il pianeta di piante, acqua, terra di tutti i colori, montagne e valli.
Hai fatto si che esistesse il tempo ed il suo scorrere, scandito dai battiti, dal ritmo delle stagioni che passano.
Hai creato diversità d’ogni tipo, paesaggi artici e deserti torridi.
A perfezione finita è nata la vita, prorompente.
Gli animali e poi, l’uomo.
Il tutto in 6 giorni.

Se ti prendevi qualche giorno in più non moriva nessuno eh?
Capisco avessi una consegna urgente e il tuo capo ti avese messo fretta, ma il capo sei tu.
Diciamo che con gli animali non sei stato democratico, suvvia, rabbrividisco al pensiero classico della povera gazzella che deve correre ogni mattina dopo la sua colazione vegana per scampare alla leonessa in caccia.
Leonessa, femmina, appunto. Poi parliamo anche di questo.
Diciamo che con il mondo animale hai cominciato già a fare casino, ti è sfuggito qualcosa dì la verità.
Passiamo alla parte peggiore, noi umani.
Da scimmie antropomorfe dal pollice opponibile siamo passati alla posizione eretta e in vena di rompere i coglioni.
Un po’ come le zanzare, ma molto peggio.

Pare che noi umani si sia al vertice dei vertici, con molte doti e caratteristiche, senza ombra di dubbio.
Da subito abbiamo forgiato armi per avere la meglio su chi con una zampata ci avrebbe potuto uccidere. Cioè abbiamo creato dal nulla degli attrezzi per superare la nostra inferiorità di predatori, fregandoli. Pare che il nostro acume sia stata la nostra arma più letale qualche era geologica fa.
Nel corso del passare del tempo ci siamo evoluti, dicono.
Usano questa parola quasi a nobilitare le nostre gesta, insomma per fartela breve abbiamo costruito case, città. Siamo stati in grado di aggregarci, unendoci per fare gruppo, ma abbiamo dovuto mettere delle regole poiché in gruppo non si riusciva a stare.
E’ pure nata una sorta di organizzazione, la politica.
In pratica funziona che un gruppo di cittadini si unisce per decidere le regole che gli altri cittadini devono seguire.
Sì hai capito bene, non loro, gli altri.
Dapprima ci sono stati svariati modi di far obbedire alle regole.
Spesso si ammazzava chi non era d’accordo, semplicemente.
Ora invece si ammazza lo stesso chi non è d’accordo, non è cambiato nulla alla fine.

Da liberi uomini abbiamo circondato di paletti il nostro agire poiché non consono alla comunità, il tutto perché siamo animali sociali, dicono.
Anche qui forse ti è sfuggito qualcosa, vero?
Viviamo in una società, una sorta di aggregazione che snobba il bel mondo che ci avresti gentilmente creato.
Viviamo in città, dentro a delle palazzine spesso orribili e tutte uguali.
La felicità viene a trovarci poco, godiamo poco del sole che nasce e della luna che ci apre alla notte magica.
Si vive spesso in famiglie, ci si sposa e si mettono al mondo altri uomini o donne.
Abbiamo costruito una società tale che ogni donna dovrà lavorare il doppio per avere meno della metà di un quinto di quello che avrà un uomo, in tutti i sensi. Ma bisogna dire che forse in natura, ere prima, avremmo solo messo al mondo bambini, allattato, pensato alla caverna, coltivato un pezzo di orto, cucinato, e badato all’uomo che rientrava dopo aver cacciato.
E qui il mio pensiero torna alla leonessa di prima; anche con gli animali sei stato maschilista.

Viviamo per lavorare, perché abbiamo bisogno di tanti soldi.
Questi soldi ce li siamo inventati noi con il nostro acume, come valore di scambio.
Li abbiamo preferiti al baratto, li abbiamo voluti fortemente, come metro di misura che stabiliva chi aveva più potere.
In realtà non hanno nessun valore loro, sono dei pezzi di carta sai? Anche dei pezzettini di rame o di altra lega metallica.
Ma ci si ammazza per questi.
Non si mangiano, non valgono niente eppure ci si ammazza.

Una cosa che mi dispiace molto è che tu forse ci hai dato un bel pianeta sul quale vivere e noi te lo stiamo poco a poco distruggendo con i nostri esperimenti scientifici di distruzione di massa.
Ripeto, se avessi fatto le cose con più calma ti saresti ricordato di spargere intelletto in modo più generoso e omogeneo.
Lo so, tu ci hai dato una bella palestra dove poterci allenare ed elevarci.
Siamo animali, esseri dotati di anima.
In fondo abbiamo delle possibilità una volta qui, omologarci a chi vuole distruggere o fare di tutto per contrastare la distruzione.
È sempre un lottare ma per scopi opposti.
Non credo di poter far molto per consegnare qualcosa di bello a mia figlia. Si beccherà dunque il suo fardello di colpe millenarie, come ho fatto io.
Ce la sto mettendo tutta, sbagliando, facendo bene, dimenandomi.
Un pensiero va a quei due disperati di Adamo ed Eva, soli, inesperti e con un serpente stronzo oltretutto.
Lui, uno scaricabarili, lei, una cretina.
Hai fatto bene a punirli, erano già il preludio di un mondo di merda.
Ma tu avresti dovuto capire subito la minchiata che avevi fatto e porvi rimedio anziché riposarti.

Nonostante ciò, stima fratello.
Solo chi fa sbaglia.

A presto