Noi donne



Noi donne, in ogni stato, in ogni nazione, in ogni angolo del pianeta, ovunque ci si trovi, verremo sempre considerate meno degli uomini.
Certamente, in alcuni angoli di mondo o nazioni questo fatto diventa addirittura estremo in negativo.
Certamente, in alcune altre nazioni ci prendono in considerazione più che in altre.
Nonostante tutto noi non saremo mai libere quanto un uomo, mai pagate adeguatamente quanto un uomo, svolgendo la stessa mansione ed avendo le stesse responsabilità.
Non saremo mai giudicate come lui nella nostra libertà sessuale.
Siamo tuttora giudicate in modo offensivo se cambiamo spesso partner, se abbiamo una vita amorosa movimentata. Anche da libere, cosa che non ferisce nessuno quindi.
A differenza dell’uomo che se compie una vita sessuale e libera da libero viene giudicato un farfallone, dongiovanni, tombeur de femme, un macho, uno che ci sa fare con le donne.
Tutti termini canzonatori e che quasi elevano il maschio rendendolo più appetibile poiché ambito.
A noi restano i meno edificanti; donna facile, zoccola, troia, una che la dà, una che ci sta.
Tanto per citarne alcuni.
Tuttavia non sono mai stata una femminista, o meglio, lo sono e anche molto se devo far valere i nostri diritti e la nostre libertà di cui sopra.
Divento intollerante con le donne gatte morte, quelle che ottengono con la furbizia e non con le loro capacità, quelle che comprano consensi con le scollature e i tacchi, quelle ambigue, quelle che si fanno strada in ufficio stando sotto alle scrivanie.
Insomma le donne che usano armi di seduzione di massa, portando l’uomo a livello di un primate mangiatore di banane e mettendo in naftalina le loro doti cerebrali, ecco, quelle donne io non le potrò mai stimare o appoggiare.
Non potrò mai essere dalla parte della furbizia sporca.
Né se a praticarla è un uomo né, tantomeno, se è una donna.
Infatti per questo so che non piaccio a tutte le donne.
Perché non tutte le donne piacciono a me.