Ostinata e Contraria



Ci sono gesti che creano dipendenza, ci sono carezze di cui hai bisogno per andare avanti.
Nonostante si possa sentire presenza nell'assenza, nonostante si provi mancanza fatta di piccole, piccolissime cose davvero, nonostante tutto si cammina in direzione ostinata e contraria.
Faber non sapeva di aver centrato anche me con questa metafora, come chi cammina con il vento che lo spinge all'indietro e si ostina a mettere un passo di fronte all'altro.
Si aggrappa per non essere spazzato via.
Ogni tanto si siede al riparo dalle folate e vorrebbe che il vento smettesse.
In cuor suo sa che non lo farà, lui è fatto per far volare le cose, per trasportarle lontano.
Ma lasciarsi trasportare altrove non sempre lo vuoi.
Ci sono mete opposte e raggiungibili, faticose ma impagabili.
Nessuna folata di vento vale il rinunciarvi.
Ci sono persone che creano dipendenza.
Con il cuore di chi ama è quasi come essere un lenitivo.
Altra cosa è creare dipendenza agli estranei.
Esiste anche questa perversa forma di malessere che aleggia ovunque, che si veste di avvoltoi attenti ad ogni refolo di vento dall'odore di sangue.
Essi arrivano con calma apparente, la loro onnipresenza lusinga, sulle prime, ma poi si rivela al primo giorno in cui dici basta.
Si nutrono di parole ben assortite, guai se mancassero.
Si ciberebbero anche di te.
E lo fanno.
Lo fanno entrando dal buco della serratura di una porta chiusa a chiave, non chiedono il permesso, entrano.
Lo fanno come gli scarafaggi, nel silenzio della notte, al buio, a disturbare i sonni altrui con la loro malsana presenza.
Non ci sono porte abbastanza chiuse, ma ci sono altezze talmente grandi che non verranno raggiunte mai.