A te



A te, che sei nato senza buona sorte,
se sfortuna si può chiamare non avere un corpo perfetto,
con due braccia che si muovono in armonia e due gambe che ti sostengono e che procedono a passo svelto.
A te, che guardi fisso negli occhi arrivando nel fondo dove tutto si trova o non si trova,
mettendo a nudo le anime di chi incroci.
A te, che sembri non esserci ma ci sei molto più di molti morti che camminano,
che sembri non capire ma invece catturi tutto quel che serve,
quel poco che serve,
che necessita,
che è indispensabile.
A te, che non si riesce a non amarti fin dal primo momento provando una fitta al cuore a riprova che ce l’hai.
A te, che sei una creatura fragile,
come tutte le altre,
ma bisognosa di cure e d’amore,
come tutte le altre.
A te, che a dirti diverso ti si fa un complimento ma non lo sai tu,
lo so io.
A te, che non crescerai mai come molti di noi,
solo che tu hai un motivo,
e noi no.
A te,
che molte cose non potrai fare a differenza nostra che potremmo farle e non le facciamo.
A te,
che chissà come saresti diventato se avessi potuto scegliere una testa che non faceva le bizze,
che non ti dava il tormento.
A te, e sempre a te,
che sei amato da molti e dileggiato da pochi piccoli esseri non umani che non ci somigliano.
A te.
Un grazie che ci sei e che dipingi di colori nuovi una giornata in cui i pensieri girano senza senso e lo ritrovano,
incontrandoti.