Oltre la siepe vive il diverso, quello di cui non sai nulla, dal quale non devi accettare caramelle, quello di cui devi avere paura.
Oltre la siepe c’è qualcos’altro ma tu non sai bene cosa, sai per sentito dire, conosci solo le chiacchiere che hai sentito passare di bocca in bocca che si sono tramandate con gli anni, i mesi e i giorni, quelle che ti hanno inculcato come mantra di una vita.
La siepe è fitta e alta, non si vede oltre.
I suoi rami formano un dedalo di pensieri infangati, le sue foglie prevenute conquistano ogni piccolo spazio libero.
Se la tagli essa si rinforza, di estirparla non ci pensi nemmeno.
E' il tuo schermo fatto di secoli di timori, ti sentiresti nudo davanti al mondo.
E il mondo tu non sai cos’è e chi lo abita.
Oltre la siepe senti delle voci, t’incuriosiscono a volte.
Stai con l’orecchio a origliare ma non capisci lingue che non sono la tua e rinforzi il tuo sentire non capendo, pensando che il giusto sei tu.
Ma hai sentito di chi quella siepe l’ha voluta scavalcare, ora è di là e non sai più nulla.
Nessuno ti è venuto a dire cosa c’è oltre, non sono più tornati.
Dicono che sono morti ma tu senti le loro voci ridere e a questo non sei riuscito a credere, non hai potuto.
La curiosità ti mangia ma la paura vince su tutto, sulle intenzioni ammuffite, sui buoni propositi abbandonati, sulle promesse da marinaio fatte a te stesso.
Quello che non sai è che sono più vivi di quanto lo sei tu con l’orecchio teso, questo non lo sai ma dentro di te qualcosa lo intuisci ed è questo il tuo tormento.
Il non sapere.
Il vivere dietro una siepe per l’eternità la tua condanna, e sentire le voci, il tuo incubo.
Restano le risate amiche, quelle che tu senti, resta la curiosità, resta il tentativo di fare spazio tra una foglia e l’altra per poter toccare con occhi i tuoi timori, resta la tua scala appoggiata al muro con la quale potresti scavalcare anche tu.
Ognuno di noi ne possiede una in dote.
Puoi non usarla per tutta la vita, oppure la prenderai e scavalcherai la siepe e il pregiudizio.
A te la scelta.
