Scrivi



Mi diceva “Scrivi” ed io lo guardavo diffidente, come chi si chiede il perchè di quella sorta d’imperativo.
Non era nemmeno un consiglio, non un suggerimento.
Era un’istigazione.
Sulle prime mi mise paura, come quando ti fai leggere le carte e ci azzeccano su tutto.
Coincidenze?
E su quel dilemma ti costruisci una storia ma in fondo tu sai che qualcosa c’è che ci unisce tutti e che la storia di uno è la storia di cento, mille, diecimila, milioni di vite.
M’istigò non una ma tutte le volte che c’era una pausa nei discorsi, rimaneva quel vuoto fatto di secondi. Mi guardava dritto negli occhi e mi diceva “Scrivi”.
Non ho mai detto niente, abbassavo lo sguardo e si cambiava discorso decantando il tutto.
A volte sapevo esattamente quando me l’avrebbe detto, contavo.
Uno due tre, non sbagliavo mai.
Lo sentivo che dal cuore passava al cervello e poi alla bocca.
Percorso netto, senza ostacoli.
Finchè lo feci.
Ma lo feci in sua assenza, non volevo mi vedesse, non volevo che sapesse.
Fu come stappare una bottiglia di vino frizzante, la schiuma uscì prepotente e bagnò le dita, i calici ricevettero il contenuto vivace.
Fu una schiuma di parole e sensazioni.
Scrissi fino a sera non so nemmeno cosa, non mi fermai, consumai una penna e l’unico blocco di fogli che trovai in casa.
Quando tornò la prima cosa che fece fu guardarmi e mi disse “Hai scritto”, l’espressione cambiata in un sorriso non troppo aperto, uno dei suoi, così familiare.
Da dietro la schiena tirai fuori il blocco e glielo diedi.
Lui posò solo la borsa e si sedette a leggere, non cenammo che a notte tarda.
Vino rosso e quel che il frigo di pronto offriva, avevamo fame.
Avevamo fame anche di noi, come da tempo non avveniva in modo così fluido.
Un mare di parole che non uscivano da troppo tempo, rimaste a marcire in fondo al cuore, erano uscite in modo prepotente e deciso.
Mi ero sbloccata.
Sentivo una gratitudine piena verso la vita che continuava in me e che prima avevo relegato alle semplici funzioni biologiche o poco più.
Lui lo viveva con me e lo intuiva ogni giorno di più.
Gratitudine verso la vita che riprendevo appena e verso lui che mi comprendeva da sempre come nessuno mai aveva saputo comprendermi.
E per la prima volta dopo mesi abbozzai un sorriso.